Declinisti e antideclinisti

l’Editoriale di marisa fiumanò

Marisa Fiumanò

Nella polemica tra “declinisti” e “antideclinisti” che ha preso l’avvio dall’uscita del
libro di Marc Zephiropoulos Du Père mort au declin du père: où va la psychanalyse?
(PUF, 2014) sono intervenuti molti autorevoli colleghi in Francia e, recentemente,
anche in Italia (Franco Lolli, Inattualità della psicoanalisi, Mimesis, 2019). La
polemica riguarda, sostanzialmente, la tenuta del simbolico oggi e il suo rapporto con
la funzione paterna intendendo per questa, di volta in volta, il padre reale e il padre
simbolico, il patriarcato e il paternalismo che ne deriva, il Nome del Padre o ancora il
“principio paterno”, definizione proposta da Jean-Pierre Lebrun nel suo recente Un
immonde sans limite (Érès, 2020). In questo libro Lebrun, che ha raffinato la sua
ricerca, si preoccupa di non fare corrispondere il principio paterno col padre ma con
una funzione logica, portata dal linguaggio.


Un articolo di Gérard Pommier del 2015, incisivo e ben scritto, apparso su
«l’Humanité», recensiva il libro di Zephiropoulos per sostenerlo e riposizionare la
questione paterna esaminando da un lato la complessità delle diverse posizioni,
dall’altra sostenendo la continuità di questa funzione, dato che di “declino” del padre
non solo si è sempre parlato nel corso della storia umana, ma anche che l’odio e
l’amore per il padre hanno sempre sostenuto – e tuttora sostengono – le culture.
La posizione di Pommier, che non vorremmo definire “antideclinista” per non
semplificare la complessità delle sue tesi, dato che lui stesso non semplifica le tesi
altrui, sostiene, comunque, la permanenza del Simbolico in quanto sostenuta dal
Nome del Padre. Un dibattito importante che propongo, non per prendere partito per
una o l’altra tesi, ma perché esso contiene interrogativi essenziali cui è auspicabile
che molti vogliano contribuire.

Ultimi articoli

IL FEMMINILE TRA LE PIEGHE DELL’ISTERIA

IL FEMMINILE TRA LE PIEGHE DELL’ISTERIA

IL FEMMINILE TRA LE PIEGHE DELL’ISTERIA e antideclinistiMarisa FiumanòNapoli, Istituto per gli studi filosofici, 21 febbraio 2020Le donne hanno iniziato Freud alla psicoanalisi: Anna, Emmy, Lucy, Elisabeth, Katarina, le sue prime pazienti, sono giovani donne che...

APPRENDRE À DÉSIRER

APPRENDRE À DÉSIRER

APPRENDRE À DÉSIRERAutore: Gérard AmielAnno: 2021Editore: EME EditionsCollana: Lire en psychanalysePagine: 268Gérard AmielLa place prépondérante du discours de la science dans notre modernité, comme l'amplification des jouissances liées à la consommation nous font...

Leggere il presente con Freud e Lacan

Leggere il presente con Freud e Lacan

Leggere il presente con Freud e LacanEditore: mimesisAnno: 2021Collana: nodiPagine: 120Jean-Pierre LebrunIl mondo è cambiato. Questa mutazione radicale ha prodotto fenomeni macroscopici come la separazione del godimento sessuale dalla procreazione. A un mondo fondato...

Lo straniero che ci abita. Dialoghi intorno al corpo

Lo straniero che ci abita. Dialoghi intorno al corpo

Lo straniero che ci abita. Dialoghi intorno al corpoEditore: Castelvecchi Anno: 2021 Collana: Correnti Pagine: 90 Marisa Fiumanò Con il corpo si dice molto più di quanto non si abbia intenzione di dire. Il corpo ci tradisce in continuazione, comunica ciò che non...

Gli istrici di Schopenhauer non avevano letto Lacan

Gli istrici di Schopenhauer non avevano letto Lacan

Una celebre storiella di Schopenhauer sull’amore narra che due piccoli istrici si raggiungessero e stringessero forte per proteggersi dal freddo che provavano in un rigido inverno. I rispettivi aculei però, così vicini, davano fastidio, portavano dolore, obbligando in tal modo i due poveretti ad allontanarsi e a patire nuovamente il gelo della solitudine.

L’incidenza del reale nel transfert del caso clinico L’uomo dei ratti di Sigmund Freud

L’incidenza del reale nel transfert del caso clinico L’uomo dei ratti di Sigmund Freud

Il giovane Ernst Lanzer, reduce dalle manovre militari, si è presentato nello studio di Freud per chiedergli un certificato che attestasse la necessità per lui ineludibile di realizzare una fantasia ossessiva nella quale ha incluso due ufficiali suoi colleghi: a loro deve coattivamente chiedere di recarsi insieme all’ufficio postale di Z per eseguire, con la signorina dello sportello, quella bizzarra scenetta di restituzione di una somma di denaro. Gli stessi tratti ossessivi di ciò che Freud non ha esitato a chiamare “delirio”, presenta il progetto di matrimonio con la cugina Gisela, una donna verso la quale egli tuttavia sostiene di non nutrire alcun appetito sessuale.